Da 400 a 4000
Avevamo lanciato un assedio comunicativo al rettorato per
stamattina: l’assedio c’è stato ed è stato
ingovernabile, si è tramutato in uno sciopero metropolitano.
Alle 9 centinaia di persone, dopo 2 settimane di mobilitazione, si sono
incontrate in piazza Verdi per dare vita all’assedio
preannunciato.
Un corteo gioioso e determinato ha attraversato la
cittadella universitaria, ingrossandosi fino a contenere le migliaia di
studenti e studentesse che, al grido di “Fuori, fuori!”,
sono usciti dalle facoltà e scesi in strada. Da qui, student* e
precar* dell’università hanno accerchiato e attraversato
Palazzo Poggi, scandendo ad alta voce “noi la crisi non la
paghiamo”. Dopo aver portato all’interno del rettorato il
rifiuto della legge 133, della posizione assunta dal senato accademico
e dal cda in seduta congiunta e preso atto della bocciatura di un
documento, presentato dagli studenti di scienze, che chiedeva di
schierarsi nettamente contro la riforma Gelmini-Tremonti, tutti insieme
ci siamo mossi in corteo: quello che noi chiamiamo il corpo vivo
dell’università ha invaso la città.
In 4000 abbiamo riversato sulle strade di Bologna i linguaggi, i progetti e le forme nuove di relazione e creazione di saperi.
Abbiamo preso parola.
Ci siamo ripresi le strade e le piazze.. ma non ci siamo fermati lì.
Abbiamo imposto la circolazione di nuovi flussi metropolitani, fatta di bisogni e desideri.
Giunto
alla stazione il movimento No Gelmini, come già a Roma, ha
occupato i binari per mezz’ora per poi ritornare alla
facoltà occupata di lettere.
In attesa dell’assemblea
che si terrà alle 17 nell’aula III di via Zamboni 38, gli
studenti e le studentesse hanno bloccato il traffico di via Zamboni
riversando in strada musica creatività e socialità altra.
Abbiamo portato la rivolta dalle facoltà ribelli alla metropolì. Non è che l’inizio!
Assemblea d’ateneo No Gelmini – student* e ricercator* precar*
Lettere facoltà ribelle.
Assemblea autoconvocata di scienze politiche
qui la cronaca minuto x minuto della manifestazione
qui intervista ad un occupante di Lettere