Qui diamo notizia di un documento che verrà presentato oggi all’assemblea di corso di laurea di COSLI e COSDI, fortemente voluta dagli studenti e indetta dal presidente di corso prof. Paolucci.
Un altro piccolo passo!
Vi faremo sapere come è andata.
Studentesse e studenti dei corsi di laurea COSDI e COSLI, dopo aver constatato che il provvedimento non interviene sui molti problemi che affliggono l’università ma si limita ad interventi di taglio ai bilanci e alle risorse e preso atto delle gravi conseguenze che questo comporterebbe, intendono esprimere la loro ferma opposizione ad esso.
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Questi i principali punti critici rilevati:
1-I tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario, previsti per oltre 1300 milioni di euro nel quinquennio 2009-2013, comporteranno un peggioramento generalizzato della qualità della didattica, della ricerca e dei servizi agli studenti ed andranno a gravare soprattutto su questi ultimi, con un probabile drastico aumento delle tasse universitarie che costituirà un ulteriore elemento discriminatorio nell’accesso agli studi. La situazione è resa ancora più grave dal fatto che, già attualmente, l’Italia investe il 25% in meno rispetto alla media dei Paesi OCSE nella spesa per studente universitario. E’ inaccettabile che l’Università, già scarsamente finanziata, laddove invece dovrebbe essere considerata un settore strategico di investimento, sia colpita da drastici tagli e costretta a pagare per gli attuali dissesti del sistema finanziario.
2-La possibilità di trasformazione delle Università in fondazioni private è una misura evidentemente contraria all’art.33 della Costituzione, che tutela la natura pubblica degli Atenei e la libertà di ricerca e di insegnamento. Quest’ultima viene seriamente messa a repentaglio, poiché didattica e ricerca potrebbero essere condizionate da interessi privati e subordinate alla loro spendibilità sul mercato.
3-Il blocco del turn-over al 20%, che prevede l’assunzione di un solo docente a fronte di cinque pensionamenti, impedisce il rinnovamento del corpo docente e, riducendo il numero di professori, potrebbe condurre alla chiusura di vari corsi di laurea indipendentemente dal numero di studenti iscritti e dal loro rilievo. Tale misura mortifica le legittime aspettative di migliaia di giovani ricercatori, a cui verrà preclusa l’attività di insegnamento. Inoltre, colpendo soprattutto la sperimentazione e l’innovazione nella ricerca, rischia di snaturare l’istituzione universitaria, intesa come luogo di creazione e sviluppo del sapere.
Siamo consapevoli del fatto che il nostro sistema universitario abbia molti problemi che occorre affrontare. Crediamo però che gli sprechi e i malfunzionamenti siano di natura strutturale e non possano essere eliminati solamente attraverso frettolosi tagli ai finanziamenti, siano essi generalizzati o selettivi. Infatti, anche i tagli differenziati sostenuti dall’Università di Bologna in ragione della “virtuosità” di alcuni atenei rispetto ad altri, in un un contesto di privatizzazione, finirebbero per ledere ulteriormente il diritto allo studio, senza intervenire efficacemente sui meccanismi che generano le attuali disfunzioni. Una razionalizzazione delle spese è necessaria, ma deve essere inserita all’interno di un più ampio progetto di riforma, con obiettivi chiari e condivisi, e non può esaurirsi in pochi provvedimenti emanati in forma di decreti legge e approvati tramite fiducia. Se il vero intento è quello di un profondo rinnovamento dell’Università pubblica, questo non può prescindere da un processo di partecipazione e confronto tra tutte le parti sociali coinvolte. In tal senso ci rendiamo disponibili ad intraprendere una riflessione seria in collaborazione con il corpo docente.
Crediamo che l’università pubblica debba essere difesa, non solamente in quanto studenti, ma in qualità di cittadini, consapevoli della centralità del libero sapere per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese.
Alla luce di queste considerazioni, studentesse e studenti dei corsi di laurea COSDI e COSLI chiedono al Consiglio:
1.Di approvare il presente documento o di redigerne uno proprio che adotti le istanze qui presentate.
2.Di farsi promotore e/o sostenitore, attraverso gli strumenti istituzionali in suo possesso, di iniziative di mobilitazione che rendano visibile il dissenso espresso contro il provvedimento, quali:
>Appoggio del blocco simbolico della didattica, invocato per la giornata di mobilitazione nazionale del 30 ottobre, nell’ambito dell’assemblea d’Ateneo del 24 Ottobre.
>Sostegno alla proposta avanzata durante l’Assemblea d’Ateneo del 24 Ottobre di annullamento della giornata d’ inaugurazione dell’anno accademico.
>Richiesta, nell’ambito del Consiglio di Facoltà, di un’esplicita presa di posizione da parte degli organi istituzionali d’Ateneo, contro i provvedimenti proposti dall’attuale governo.