Siamo figli/e e genitori/trici, insegnanti e studenti/esse, lavoratori/trici strutturati/e e precari/e: siamo generazioni a confronto unite nella lotta. Siamo il presente e siamo il futuro.
Siamo i “buoni” che bloccano le stazioni e i “cattivi” che trattano. Siamo quelli delle lezioni in piazza e quelli dei cortei non autorizzati. Siamo un movimento multiforme e colorato; pacifico e determinato; radicale e dialogante.
Siamo quelli che dalle materne all’università dicono: NO GELMINI!
In questi giorni abbiamo attraversato scuole e università occupate, assemblee e cortei con migliaia di persone. Abbiamo gridato insieme che “noi la loro crisi non la paghiamo” e che “sul nostro futuro decidiamo noi”. Ci siamo ritrovati uniti per dire che non vogliamo vivere costantemente appesi ad un filo, ma progettare senza ricatti il nostro futuro.
Ci siamo mobilitati per dire no al taglio dei fondi che colpisce scuole e università pubbliche. Per dire che non si può fare ricerca con 500 € al mese e che il nostro dissenso non lo si può arrestare con un cinque in condotta. Per affermare che non si diventa più educati o più uguali indossando un grembiulino, né che si possa integrare separando. Crediamo che il maestro unico non sia solo uno scherzo del passato, ma un ulteriore elemento di insicurezza per le famiglie e le donne.
Sappiamo dire dei no decisi, ma non ci mancano le proposte.
Abbiamo un’idea di Paese differente da chi ci governa e ci ha governati e abbiamo la presunzione di poterla praticare, come già stiamo facendo nei progetti di autoriforma che vivono nelle nostre mobilitazioni.
Pensiamo che l’istruzione debba restare pubblica, perché solo così si garantisce la libertà di ricerca e di insegnamento. Pensiamo che il sapere sia un bene comune e che ciò sia incompatibile con le fondazioni e con i criteri di efficienza e produttività che Tremonti e Confindustria vorrebbero imporci.
Ci hanno insegnato che il sapere è elemento centrale del nuovo sistema produttivo, ma crediamo sia soprattutto strumento di liberazione e crescita personale e collettiva.
Il 30 ottobre vi chiediamo una presa di parola. Vi chiediamo di schierarvi con chi nella scuola si mobilita e con chi occupa le università.
Vi chiediamo di riempire con noi le strade della nostra città, per lanciare il messaggio che questa lotta non riguarda solo chi la formazione la vive oggi o la vivrà domani, ma che attraversa l’intera società.
Il 30 ottobre saremo a Bologna, tutte e tutti in piazza perché oggi ci riprendiamo il nostro futuro.
NO GELMINI!
Lunedì 27 ottobre, ore 21.00
Via Zamboni 38