Neanche la pioggia è riuscita a calmare l’onda.
Noi la crisi non la paghiamo!
In tutta Italia l’onda anomala ha costruito azioni, passaggi
comunicativi, pratiche di riappropriazione per far vivere materialmente questo
slogan.
A Bologna abbiamo fatto irruzione nella sede dell’Unicredit di via Rizzoli,
siamo andati a dire che le perdite di questa crisi, delle banche e delle
finanziarie non devono essere socializzate, non siamo noi a dover comprimere i
nostri bisogni e i nostri desideri. Nessun mezzo è lecito per precarizzare e
sfruttare le nostre vite! Neanche e soprattutto l’indebitamento “per giusta
causa”, ovvero un ricatto e un macigno sulle nostre esistenze. Vogliamo poter
studiare senza contrarre debiti. Li vogliamo i soldi dalle banche ma diciamo
già da ora che i soldi dei “debiti ad
honorem” noi non li restituiremo. Vogliamo reddito per tutte e tutti, perché la
ricchezza la produciamo noi. Vogliamo un nuovo welfare per combattere la
precarietà dilagante. Vogliamo tempi, spazi e soldi per fare progetti di
ricerca e di formazione autonomi. Vogliamo fare scienza e didattica insieme e
bene, perché ci piace farlo e funziona meglio, senza gerarchie, senza
soggezioni.
Abbiamo inondato di banconote finte
rivendicando quelle vere, abbiamo comunicato con gli Utenti, con i
clienti, con i lavoratori dell’Unicredit: ancora una volta ci siamo accorti che
non siamo i soli a non voler pagare la crisi. Vogliamo i soldi! vogliamo poter
vivere in questa città per incontrarci, socializzare e creare sapere. Per
questo vogliamo che il diritto all’ abitare, il diritto alla mobilità e l’
accesso alla cultura siano garantiti. Che la mensa sia accessibile a tutti e a
tutte. Un’onda molteplice oggi, che ha fatto molta paura, soprattutto quando un
altro corteo di depistaggio spontaneo di 6 persone allegre che sfidando la
pioggia in via Zamboni è stato scambiato per il partecipato corteo nazionale ed
è stato fermato davanti alla sede di rappresentanza dell’uncredit da una
ventina di celerini, mentre il resto dell’onda comunicava tranquillamente in
via Rizzoli ai passanti e ai clienti che non un euro in più dovranno estorcerci
le banche: NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!!
Alla fine i due cortei (quello dei 6 e quello dei 150) è tornato in via
Zamboni 38 per organizzare un incontro con gli orchestrali e gli artisti del
teatro comunale di bologna.
Siamo studenti e studentesse, ricercatori, precari, strutturati,
“diversamente strutturati”. Soltanto due mesi fa i nostri volti erano
invisibili, nelle aule, nei laboratori e nelle biblioteche. Ora siamo in tanti
e tante, e ci riconoscete subito. Siamo l’onda che è ormai una mareggiata. E il
12 dicembre, insieme a miriadi di altre
onde indipendenti, inonderemo la città. Onda su onda, siamo qui per dirvi: Noi
la crisi non la paghiamo. Basta coi sacrifici, basta con la fatalità. Noi la
crisi ve la lasciamo, e ci riprendiamo il futuro.
Assemblea d’ateneo No Gelmini student*
e ricercator* precar
Intanto nelle altre città d’Italia…