Frutto di 3 mesi di dibattiti, seminari, discussioni ed elaborazioni, è finalmente pronto il documento su didattica e autoriforma di ScipolMOVE.
Qui puoi scaricare l’intero documento in formato .pdf
Di seguito alcuni assaggi:
…“la tempesta
ha benedetto i miei marittimi risvegli”….Forma e sostanza
Punto
di partenza di questa riflessione è una
concezione del sapere come luogo conflittuale. Con ciò si vuole
innanzi tutto contestare una visione generale del sapere come un
qualcosa di neutrale, capace di trasmettere delle verità più o meno
relative sulla realtà che è chiamato ad analizzare. Esso, infatti,
non può per sua natura essere neutrale, nella misura in cui qualcuno
decide cosa
raccontare, come
narrarlo e in quale misura.
Ne deriva che, a causa di questo suo carattere intrinseco di
selettività, il sapere produce e riproduce differenziali di potere
(gli stessi che intervengono al suo interno) attraverso cui può
subordinare o liberare.[…]
…”più leggero di
un sughero ho danzato tra i flutti”…Piccola storia
universitariaA partire dagli anni
‘60 l’università si fa di massa, i
meccanismi di esclusione della vecchia università d’ élite
saltano sotto le spinte dei movimenti sociali, le porte degli atenei
si aprono a nuovi soggetti e progetti sociali – l’ istruzione
superiore si prospetta come strumento di emancipazione della classe
degli sfruttati. Tra il 1961 e il 1967 la popolazione studentesca
cresce del 117%. E’ su questa dinamica di massificazione che le
classi dirigenti europee introducono nuovi meccanismi, più
sofisticati, di selezione differenziale degli accessi, di
aziendalizzazione degli atenei e di disciplinamento del corpo
studentesco. Vediamo brevemente solo gli ultimi passaggi.[…]
… “ io, perduto
battello sotto i capelli delle anse” …Ipotesi di autoriforma
Quello che ci
proponiamo di indagare e sperimentare e’ una pedagogia diversa,
che, rompendo i moduli di trasmissione unidirezionale della
didattica e la divisione specializzata dei ruoli all’interno della
classe, generi un processo di restituzione
di soggettività e autonomia sia agli studenti che all’oggetto di
studio. Ciò che ci proponiamo e’
un irruzione all’interno delle tristi stanze delle nostre facoltà,
da parte dei saperi e delle epistemologie che vengono relegate su
posizioni marginali o addirittura ignorate, tenendo ben fermo il nodo
indissolubile che esiste fra contenuto del sapere e forme della sua
produzione e trasmissione.Vogliamo farla
finita con una visione quantitativa, meccanicistica e progressiva
del sapere. L’apprendimento
non avviene per accumulo, ma per salti: non si apprendere
progressivamente sempre di più, ma per crisi
e per conflitti,
non per somma, ma per sistemazioni successive. Vogliamo una didattica
articolata
non su nozioni ma su opportunità di
conoscenza. Bisogna legare la
conoscenza con l’interesse. Lo studente per avere interesse deve
essere coinvolto, ci deve essere auto riflessione, contro una visione
utilitaristica e consumistica del sapere. La difficoltà nel formarsi
una idea critica nasce anche da qui, cosi come l’accettazione
dell’imparzialità e dell’oggettività. L’imparzialità
nasconde un aspetto oppressivo, perche la mancanza di giudizio porta
all’autoritarismo. Senza passione non
c’e’ conoscenza.[…]
… “ ho
veduto siderali arcipelaghi ed isole”…Cominciare a
salpare …Questa
non e’ una lista di buone intenzioni che rimarranno sulla carta di
un documento.Vogliamo aprire in
forma orizzontale e assembleare una discussione fra le
studentesse e gli studenti sulle nostre proposte in merito alla
didattica. Vogliamo aprire lo spazio perché siano le studentesse e
gli studenti a farsi protagonisti dei cambiamenti che verranno.Vogliamo aprire un
percorso di indagine con i singoli docenti e ricercatori che si sono
dimostrati sensibili alle ragioni della mobilitazione e che sono
impegnati in percorsi di ricerca e insegnamento che riteniamo validi
alla costruzione e alla ricerca di una università diversa. Per
tentare di aprire quei corsi alle sperimentazioni che sentiamo come
necessarie, in materia di bibliografia, percorsi autonomi e
autogestiti di studio, modalità di interazione in classe e
definizione del programma del corso.[…]
… “Se
desidero un’acqua d’Europa, è la pozzanghera
nera e fredda dove
verso il crepuscolo odoroso
un fanciullo inginocchiato e pieno di
tristezza, lascia
un fragile battello come una farfalla di
maggio.Non
ne posso più, bagnato dai vostri languori, o onde,
di
filare nella scia dei portatori di cotone,
né di fendere
l’orgoglio di bandiere e fuochi,
e
di
nuotare sotto gli orrendi occhi dei pontoni”Assemblea
Permanente
No Gelmini-Tremonti Scienze Politiche