Comunicato SciPolMOVE sul consiglio di facoltà di mercoledì 22

Dopo l’importante giornata di lotta di
martedì che ci ha visto prendere parola nelle piazze, nelle strade
di questa città la mobilitazione a scienze politiche continua,
nonostante il consiglio di facoltà continui a dimostrarsi sordo alle
richieste della mobilitazione.

Ieri il consiglio di facoltà di
scienze politiche ha approvato un documento, scritto dallo stesso,
nel quale non si prende una posizione di contrarietà ai
provvedimenti del governo riguardanti l’università, ma semplicemente
vengono accolti con deboli delle riserve. Le stesse riserve poste
già da senato accademico e dal cda in linea con la posizione
dell’aquis. Nei fatti il consiglio si dichiara preoccupato riguardo
alla natura indifferenzata dei tagli, difendendo l’eccellenza
dell’ateneo di bologna calcolata in base ai criteri che questo
governo e i precedenti stanno cercando di imporre all’università
pubblica: produttività, mercificazione del sapere, sfruttamento dei
ricercatori precari, annichilimento della didattica.

Nell’Assemblea pubblica, chiesta dal
preside al termine del consiglio di facoltà, questa posizione per
noi inaccettabile si è resa evidente per tutti gli studenti
presenti, e per molti docenti.

Come Assemblea permanente abbiamo
portato un documento nel quale si chiedeva una presa di posizione
netta contro il decreto e un aperto sostegno alla mobilitazione, da
conncretizzarsi nelle forme di un blocco della didattica.

Nessuna di queste richieste è stata
accolta, anzi, è risultato evidente come il consiglio di facoltà di
scienze politiche sia schiacciato sulle posizione del rettore e
dell’aquis.

Questa è l’ennesima prova di come sia
impossibile, a scienze politiche, tentare un dialogo con il preside
di facoltà e con il consiglio. Nonostante ciò, anche all’interno
del corpo docente il consenso non è unanime, in questi giorni
diversi docenti e ricercatori precari si sono mostrati disponibili a
sostenere e a contribuire alla mobilitazione.

Noi andremo avanti con le nostre
pratiche di autorganizzazione e di conflitto, tanto più necessario
adesso che il governo Berlusconi ha mostrato la sua vera faccia. Alla
minaccia di mettere a tacere un movimento trasversale, autorganizzato
e dal basso che raccoglie docenti, ricercatori,e studenti di tutti i
gradi e livelli dell’istruzione. A chi cerca sporcamente di creare
spaccature alimentando una vecchia logica di buoni e cattivi noi
rispondiamo compatti con le nostre pratiche, riprendendoci i tempi e
gli spazi che ci vengono continuamente negati.

A chi strilla sui giornali che vorrebbe
che lasciassimo le nostre facoltà scappando dai manganelli
rispondiamo che noi siamo le facoltà, che noi le facoltà non le
lasciamo a chi vuole svenderle a confindustria.

Per questo proponiamo alla
mobilitazione che al termine dell’assemblea di Ateneo di domani si
confluisca in corteo tutti e tutte a Scienze Politiche per un grande
momento di socialità che riprendendosi gli spazi della facoltà dia
una risposta forte a chi pensa di poter ridurre le nostre
rivendicazioni ad un problema di ordine pubblico.

 

Assemblea No Gelmini di Scienze
Politiche

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